Il campanile di Favrio

Autore: Patrick Franceschi
Chiesa di S. Bagio

Le origini di Favrio non sono note. Racconta la leggenda che il paese è sorto vicino ad un vecchio castello. E’ molto probabile che più che di un castello si trattasse di una torre di osservazione e di segnalazione, di origine medioevale, posta in una posizione dominante da dove poteva essere controllata gran parte della valle e ben visibile da tutti i castelli della zona. La stessa torre era situata probabilmente dove adesso c’è la chiesa e vicino ad essa sorsero le prime case del paese ed effettivamente la parte più vecchia dell’abitato è quella a valle della chiesa stessa.

(Arrigo Franceschi, Lungo il Carera III, v.1, 2003).

Stando al riferimento, si parla di torre e non di campanile, anche se le due parole sono state usate come sinonimi nel corso del tempo, o piuttosto le prime torri sono diventate campanili, indicati spesso con il termine di torre campanaria.

Secondo la tradizione, sarebbe stato il vescovo San Paolino da Nola (353-431) a installare le prime campane nelle chiese. Nola è una città della Campania, una regione dell’Italia meridionale che ha dato il nome alle campane (campana) che in seguito diedero il nome all’opera che le ospitava (campanile). I campanili esistono in Italia sin dall’Alto Medioevo. Possono essere a pianta  quadrata o rotonda, sono spesso in mattoni e costruiti come torri indipendenti dall’edificio principale della chiesa. La parola campanile indica in Italia anche le torri comunali innalzate per dare l’allarme o per difendere la città (quello di Palazzo Vecchio  a Firenze,  o del  Palazzo dei Priori a Volterra).

Durante l’Alto Medioevo  i campanili si fonderanno gradualmente con l’architettura delle chiese in molti paesi europei che erano parte dell’impero carolingio. Ma in Italia le tradizioni architettoniche paleocristiane persistettero per tutto il Medioevo, in particolare a causa dell’influenza delle prestigiose basiliche di Roma dove rimanevano ancora i vecchi edifici paleocristiani con antichi campanili. I campanili delle chiese italiane, anche delle grandi cattedrali, continueranno quindi a essere costruiti come una torre indipendente accanto all’edificio della chiesa. Le loro linee geometriche, semplici e diritte, sottolineano l’indipendenza e l’unità dell’edificio.

Pievi

Nelle Giudicarie Esteriori, ci sono tre pievi (Banale, Bleggio e Lomaso) che apparentemente risalgono al fine dell Alto Medioevo, ovvero dopo che le invasioni barbariche furono fermate dall’impero carolingio.

Si sa che per molti secoli la chiesa madre della Pieve fu anche l’unica alla quale confluivano i fedeli dalle varie ville per quanto lontane, per assistere alle funzioni liturgiche: battesimi, matrimoni ed ogni altro solenne atto di culto. Solo in un secondo momento i notevoli disagi causati dalla lontananza di alcune ville periferiche, la precaria viabilità dei tempi e l’aumento progressivo della popolazione, consentirono alle varie comunità di ottenere un proprio curatore d’anime ( le storiche curazie, divenute poi parrocchie)». (…)

Le curazie vengono istituite fra il 1400 ed il 1837, e precisamente: 4 fra il 1400 e il 1494 (1482 per Favrio), 18 fra il 1601 e il 1672, 22 fra il 1700 e il 1797 e 8 fra il 1800 e il 1837; le parrocchie, invece, risultano erette fra il 1900 ed il 1967, rispettivamente: 3 fra il 1900 e il 1908, 13 fra il 1912 e il 1919, 5 fra il 1920 e il 1927, 3 fra il 1934 e il 1938, 10 fra il 1940 e il 1944, 10 fra il 1950 e il 1959, 5 fra il 1960 e il 1967. (…)

Riferimento: http://www.comunitadellegiudicarie.it/Il-territorio/Storia-e-geografia/Storia/Il-Cristianesimo

Se la curazia di Favrio è stata istituita nel 1482, prima non c’era una chiesa/chiesetta e gli abitanti andavano sempre a Lomaso…

Quesito: Cos’era il campanile di Favrio ?

I primi documenti accertati per chiese, castelli, borghi  risalgono al XII secolo, quelli per la chiesa di Favrio al XV° e le campane si diffondono sostanzialmente nel X/XII secolo, basti pensare, per esempio, che la torre di Pisa (che è il campanile della cattedrale), città ben più popolosa di Favrio, è stata iniziata nel 1173. Quindi se si dimostrasse che  la torre esisteva prima di quell’epoca,  ci si dovrebbe chiedere quale fosse la sua funzione. Infatti è poco probabile che un borgo come Favrio potesse permettersi all’epoca una campana o un campanile accanto un’ipotetica chiesa, mentre la posizione in un punto alto della valle confermerebbe l’ipotesi di una torre di osservazione.

Avendo fatto l’albero genealogico di tutto Favrio, ho contato circa 132 abitanti fra il 1860 e il 1869, e 40 abitanti  fra il 1760 e 1779. Questo mi fa supporre che potessero essere ancora meno tra il XII e il XIII secolo.

Ho sovrapposto alla mappa di google tutti i campanili della valle:

Tutti presentano delle feritoie per la difesa (altrimenti a cosa servivano?) ma non quelli di Comano, Cares, Bivedo e Seo (in verde), salvo ristrutturazioni nel corso degli anni. Si può anche notare che i campanili più distanti l’uno dall’altro sono quelli di San Zeno di Fiavè e Santa Giustina di Balbido (2,6 km) ma il campanile di San Zeno è il più alto della valle (35m) !!!

Tutti i campanili

Ci sono 4 castelli (Spine, Restor, Mani, Stenico) nei punti alti della valle. Se nella mappa aggiungiamo i 4 castelli (quello di Campo potrebbe avere una storia/scopo diverso, considerando la sua posizione). Vediamo che i castelli sono vicini ai punti di accesso alla valle

In verde quelli di accesso agevole, a quel tempo, per armate e materiale, in rosso quelli di accesso difficile. Si rammenta che persino le truppe di Napoleone sono giunte da Molveno.

Perché non esiste un castello che copre l’accesso da Ballino?

  1. Il campanile di San Zeno, anche se il più alto non è visibile da Ballino  ma, se non ci fosse il bosco attuale, lo sarebbe dal passo, dove c’era un posto di dazio già nel XIII secolo.
  2. Esisteva un castello oggi completamente sparito ? “molto improbabile, anche impossibile”
  3. Si può invece presupporre che prima di arrivare da Ballino, i “nemici” dovevano attraversare Riva del Garda  militarmente più difesa o Arco (il dazio era sotto diritti dei conti di Arco !!). Inoltre il castel di Tenno era anch’esso sotto controllo dei Arco.

Castel Restór è un castello medioevale ormai in rovina che si trova nel comune di Comano Terme in provincia di Trento. La costruzione sorgeva sulla sommità del colle chiamato “Dosso della Vedova”, ad una altitudine di 730 metri s.l.m., in una posizione dalla quale dominava il settore nord-occidentale dell’altopiano del Bleggio, nelle Giudicarie Esteriori.

Cenni storici

Probabilmente fu costruito su un precedente castelliere di origine romana infatti, negli anni ottanta, sono state trovate delle monete del 40 d.C.

I primi documenti riguardanti il maniero risalgono al gennaio del 1265 quando il principe vescovo di Trento Egnone di Appiano investì Federico d’Arco del feudo su cui poi sarebbe sorto castel Restór. La sua posizione strategica per le comunicazioni tra il Banale, le Giudicarie, il Lomaso e il Basso Sarca, lo fece diventare ben presto centro delle lotte per il potere che vedevano contrapposti i d’Arco, i Campo e i Lodron. Nel documenti scritti risalenti ai secoli dal XIII al XVIII lo si trova citato ripetutamente nelle forme “Ristoro”, “Restaurum” e “Restor”.

Nel XV secolo durante la guerra tra Milano e Venezia, il castello fu occupato da Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, ma venne poi espugnato e distrutto da Paride Lodron detto il Grande. In seguito fu ricostruito e mantenne la sua importanza fino al XVIII secolo quando fu trasformato in un casino da caccia.

Rimase di proprietà dei discendenti dei d’Arco fino agli anni ’80 del XX secolo quando, ormai completamente in rovina, fu acquistato dal comune di Bleggio Inferiore. Tra il 2006 e il 2012 è stato ristrutturato e reso più accessibile al pubblico.

Rif.: Wikipedia

Altri cenni storici: http://castelliere.blogspot.com/2014/06/il-castello-di-mercoledi-18-giugno.html

Cenni storici

Il castello fu edificato dalla Magnifica Comunità Lomasina alla fine del XII secolo come rifugio per la popolazione nel caso di guerre. Originariamente era chiamato Comendone.

Nel 1205 passò ai signori d’Arco, diventando ben presto uno dei fulcri delle lotte contro la famiglia rivale dei Campo per il controllo economico e politico delle Giudicarie.

Nel 1348 fu distrutto insieme a Castel Restor su ordine di Ludovico V di Baviera, conte del Tirolo, e solo nel 1404 per intercessione del principe vescovo di Trento, Giorgio di Liechtenstein, fu permesso ai d’Arco di ricostruirlo.

Dopo quasi 400 anni di scontri, la situazione nella zona si stabilizzò e il castello perse la sua importanza militare. Nel XVI secolo fu trasformato in una residenza di caccia, per poi essere col tempo sempre più abbandonato e abitato solamente da contadini.

Nel 1772 vi nacque Bernardino Dalponte uno dei protagonisti dell’Insorgenza tirolese tra il 1796 e il 1810.

Nel 1933 un grave incendio portò quasi alla sua completa distruzione, solo gli edifici meridionali si salvarono mentre le altre ali crollarono e non furono più ricostruite.

Nel 1954 ci furono ulteriori crolli e nel 2012 il castello fu danneggiato dal terremoto dell’Emilia.

Oggi solo parte del castello è abitabile mentre il resto è ridotto a ruderi, anche se imponenti. Essendo un’abitazione privata non è aperto al pubblico.

Rif.: Wikipedia

Cenni storici

Secondo la leggenda, nello stesso luogo dove sorge il maniero sarebbe esistito un castelliere celtico e poi romano. Anche il suo nome risalirebbe all’età antica: deriverebbe infatti dagli dei Manes, adorati nella zona.

La costruzione di Castel Mani risale probabilmente al XII secolo anche se i primi documenti scritti che lo riguardano sono del 1207. In quell’anno il principe vescovo di Trento investì Uldarico d’Arco del feudo legato al castello.

Castel Mani fu pesantemente danneggiato nel 1786 e nel 1797 durante l’invasione napoleonica, diventando una rovina. Nel 1830 i suoi resti furono usati come cava di pietre per la costruzione del paese.

Oggi di Castel Mani rimane un muro perimetrale all’interno di un giardino pubblico.

Rif.: Wikipedia

Altri cenni storici: https://castelliere.blogspot.com/search?q=mani

Il castello di Stenico si trova presso l’omonimo paese in Trentino occidentale; esso è la testimonianza dell’importanza che questo luogo ha avuto in passato.

Cenni storici

Esso risale al XII secolo, ma è legato ad un preesistente castelliere preistorico, dato che la zona dove poggia è altamente strategica poiché controlla il territorio a ovest di Trento. La proprietà del maniero era passata nel XIII secolo in mano al principe vescovo di Trento, che sottopose la struttura a continui ampliamenti e modifiche fino a trasformarla in una pregevole residenza vescovile che controllava il territorio anche grazie a un suo funzionario: il Capitano delle Giudicarie. Il capitano amministrava la zona sia sul piano militare, economico e politico, ferme restando le autonomie riconosciute alle sette pievi delle Giudicarie, che garantivano una certa autonomia anche dal principato vescovile alla zona. Per quasi otto secoli fu occupato da un Capitano e dai luogotenenti che, in nome del Principe vescovo di Trento, esercitavano la funzione di massima autorità politico-amministrativa nel territorio giudicariese. Il nucleo più antico si eleva nella famigerata “torre della fame” dove i prigionieri venivano condannati a morire di stenti. Il castello fu quindi per lunghi secoli il centro politico, amministrativo e giudiziario dell’intera valle.

Con la secolarizzazione del principato vescovile, il castello fu utilizzato dal governo austriaco come sede dell’Imperial Regio Giudizio ed Ufficio delle Imposte. Durante la dominazione austriaca del Trentino, sul finire dell’Ottocento, il castello fu in parte ricoperto con tavolette di cemento. Trasferita la proprietà al demanio italiano fu utilizzato come Pretura e poi come sede dei carabinieri. La provincia di Trento nel 1973 ha iniziato i lavori di restauro ed in seguito lo ha aperto al pubblico.

Rif.: Wikipedia

Altri cenni storici: https://castelliere.blogspot.com/search?q=mani

Cenni storici

castello è citato per la prima volta nel 1163 quando era già feudo della famiglia dei Campo che ottennero poi anche l’investitura di castel Toblino e castel Merlino.

Nel 1439 a causa delle lotte tra feudatari il castello fu quasi completamente distrutto. Fu ricostruito da Graziadeo da Campo tra il 1444 e il 1457 che chiamò anche i Maestri Comacini per creare la decorazione interna ricca di affreschi con scene di caccia. Alla morte di Graziadeo il maniero invece che essere trasmesso al cugino Mattia Galasso come da lui richiesto, fu trattenuto dal vescovo Hack per motivi politici. Nel 1468 i Trapp furono investiti del feudo di castel Campo che rimase tra i loro possedimenti fino al 1891 quando venne venduto al tedesco Teodor Rautenstrauch. Egli ristrutturò il castello e vi fondò una fiorente azienda agricola.

Dopo la fine della prima guerra mondiale e il passaggio del Trentino all’Italia, Teodor Rautenstrauch fu costretto a lasciare il castello, che fu poi rilevato dalla famiglia Rasini di Milano che da allora ne è la proprietaria.

Il castello, pur essendo di proprietà privata, è sede di vari eventi pubblici ed è visitabile su appuntamento.

Rif.: Wikipedia

Vedi anche il relativo articolo

Conclusione :

è « possibile » che anche la torre campanaria di Favrio, come quelle degli altri paesi, sia stata costruita attorno il XII/XIII secolo se il suo scopo primario era di osservazione per poi essere integrata nella chiesa di S. Biagio.

In mancanza di testimonianze scritte questo, ovviamente, rimane una supposizione…

Nella foto successiva possiamo intravedere le prove che il campanile, o la torre, sia stato costruito prima del corpo della chiesa…

Altri elementi a favore del “punto alto”.. 

Tutti i campanili della valle: