La campana dei caduti di Favrio
Beppe Baroldi, scartabellando tra i vecchi documenti di suo zio Livio, ha trovato un antico quaderno manoscritto, abbastanza ben conservato, anche se non integro perché ne sono state strappate le ultime pagine, che porta sul frontespizio il titolo: Cronistoria
Campana dei caduti di Favrio.
Si tratta di un documento estremamente interessante per il periodo in cui è stato compilato, dal 1926 al 1930, per i protagonisti che vi compaiono, ai giorni nostri tutti scomparsi, ma dei quali sicuramente qualcuno a Favrio ancora si ricorda, e per alcune notizie che non concordano in maniera precisa con quanto riportato finora sulle pubblicazioni che riguardano in qualche modo l’argomento.
È necessario precisare che, durante la Grande Guerra, tra il 1917 e il 1918, per fabbricare cannoni, il Governo Austro-Ungarico aveva requisito tutte le campane, esclusa una, dei nostri campanili. Quella rimasta a Favrio è chiamata, per questo motivo, ‘’la campana vecia’’. Terminato il conflitto, dotare il campanile di nuove campane rappresentava, quindi, una delle esigenze più sentite dalla popolazione.
Era altrettanto sentita la necessità di ricordare in maniera significativa i caduti in guerra, o per cause di guerra, del paese.
Il quaderno inizia con questo documento.
Favrio 3 ottobre 1926
Il Comitato pro Caduti formato da Filippi Giuseppe, Baroldi Placido, Franceschi Paolo, Mansueto Lorenzi, Biagio Franceschi, Virginio Baroldi, Marino Lorenzi delibera:
- a) Il monumento consiste in una Campana.
- Raccolta di offerte presso le famiglie dei due caduti Franceschi Giulio fu Rocco e Cherotti Florindo fu Cesare.
- Idem presso le famiglie dei morti in seguito a disagi, malattie e ferite causate dalla guerra (Albino Lorenzi di Davide, Aquilino Franceschi fu Giacinto, Celestino Franceschi fu Pietro, Virginio Cherotti fu Abramo, Annibale Briosi fu Prospero, Cirillo Franceschi fu Stefano).
- Offerte degli emigranti.
- Offerte della popolazione.
- Offerte di società, enti ecc.
- Eventualia (recite, vaso della fortuna).
- Incaricati per la raccolta delle offerte Placido Baroldi, Mansueto Lorenzi, Paolo Franceschi, Biagio Franceschi.
Seguono le firme
Poche settimane dopo si comincia a operare concretamente Favrio 28 novembre 1926 Comitato esecutivo.
Il Comitato promotore della campana pro caduti (membri presenti), raccolto nella casa Canonica di Favrio, passa alla nomina del Comitato esecutivo nella persona di Don Faustino Coser curato locale Preside, e i membri Filippi Giuseppe Capovilla, Placido Baroldi, Franceschi Biagio, Franceschi Paolo fu Giovanni e Lorenzi Mansueto. Detto Comitato esecutivo curerà con ogni sforzo la raccolta delle
offerte ed esperirà tutti i mezzi per l’allestimento della campana, pio e perenne ricordo dei Caduti in causa della grande guerra.
La grafia è, d’ora in poi, quella di don Coser, che firma tutti i documenti, in qualità di Preside, accanto ai membri del comitato
Riassumo le altre notizie che compaiono di seguito.
Il giorno 19 maggio 1927 il Rev. don Faustino Coser e alcuni membri del comitato si recano a Trento e stipulano il contratto per la fornitura della campana con il fonditore Mario Colbacchini, versando allo stesso un primo acconto di lire 3.300. Purtroppo dagli atti non risulta quale fosse l’importo complessivo di tale contratto, perché si fa riferimento a un allegato che non c’è più.
Già da prima era cominciata non solo nel paese, ma anche oltre oceano tra gli emigrati, la raccolta delle offerte, annotate nel quaderno, che risultano molto generose: straordinarie per quei tempi quelle di Angelina Briosi (£1.500), Lucia Franceschi (£1.100) e Germana Franceschi (£700), e anche quella di Paolo Franceschi fu Giovanni (£500).
Quest’ultimo, reduce dalla guerra e gravemente ammalato, morirà agli inizi del 1927 ed il suo nome, ironia della sorte, figura perciò anche fra quelli dei caduti elencati sulla campana.
Il giorno 3 giugno 1927 viene stilato il seguente documento.
Ad perpetuam rei memoriam
- Nome della Campana: S. Giuseppe.
- Iscrizione: Fusa con le offerte dei cittadini di Favrio a perenne memoria dei loro cari morti nella guerra mondiale 1914 – 1918.
- Imagini: S. Giuseppe – Ecce homo.- Addolorata – S. Rocco – S. Antonio da Padova.
- Nome dei Caduti: 1.Florindo Cherotti fu Cesare, 2.Giulio Franceschi fu Rocco, 3.Aquilino Franceschi fu Giacinto, 4. Albino Lorenzi fu Davide, 5. Virginio Cherotti fu Abramo, 6. Celestino Franceschi fu Pietro, 7.Annibale Briosi fu Prospero, 8.Cirillo Franceschi fu Stefano, 9. Paolo Franceschi fu Giovanni.
- Nomi dei maggiori offerenti: 1. Angelina Briosi fu Domenico, 2. Lucia Franceschi, 3. Germana Franceschi fu Vigilio, 4. La Gioventù maschile e femminile di Favrio.
All’improvviso, senza che ne sia precisato il motivo, il giorno 24 agosto 1927 don Faustino Coser dichiara di dimettersi dalla carica di Preside e di consegnare un libretto dell’ Unione Bancaria Nazionale in cui risulta versato l’importo di lire 6.000 e anche il libro della cronistoria della campana con quietanze e carteggio.
Qui gli atti del quaderno terminano e perciò non è dato di capire che cosa sia successo in seguito.
Sta di fatto che, come è noto, il giorno 28 agosto 1928 vengono solennemente benedette ben due campane nuove,
la ‘’S. Biagio’’ (che dovrebbe essere quella di cui si è finora parlato) e la ‘’S. Margherita’’.
La “S. Margherita’’ è stata fusa da una ditta di Bologna e sarebbe bello sapere con quali fondi sia stata pagata, forse con parte di quelli della campana dei caduti anche perché nel nostro quaderno c’è un foglio volante, datato 21 luglio 1930, che in pratica è il verbale, a firma del Decano di Lomaso don Gregori, di una riunione dei capi famiglia di Favrio. Da questo risulta che il fornitore, non precisato, vanta una pretesa di circa lire 6000 colla minaccia di rifarsi col sequestro delle campana stessa. Viene nominato un nuovo comitato, presieduto dal Decano, nelle persone di Baroldi Placido, Franceschi Biagio, Vaia Massimo, Cherotti Donato, Franceschi Silvio e Lorenzi Marino con l’incarico di reperire con tutti i mezzi possibili i fondi necessari per appianare tutte le vertenze.
Probabilmente ci riuscirono perché le campane ci sono ancora tutte e funzionano egregiamente.
Caduti e dispersi: