50 anni del capitello

Autore: Arrigo Franceschi

Nelle nostre famiglie, quando ricorre un cinquantesimo anniversario, che sia un compleanno oppure le nozze d’oro, si organizza una grande festa invitando parenti, vicini e amici. 
Nel 2011 ha compiuto cinquanta anni il capitello della Madonna di Favrio, uno dei simboli del paese.
Ecco in breve i motivi per i quali fu realizzato. 

Nel settembre 1959 a Favrio scoppiarono due incendi. Il giorno 18, nel pomeriggio, «el casot», una costruzione al limite ovest del paese, adibita a deposito e usata in precedenza come osteria con gioco delle bocce, andò a fuoco e, nonostante l’intervento tempestivo degli abitanti con i pochi mezzi a disposizione, andò completamente distrutta.  Nella notte tra il 19 e il 20 settembre un incendio molto più grave, partendo da casa Vaia, interessò tutto «el cason», fino a casa Lorenzi. Nello stabile abitavano cinque famiglie, nelle stalle c’erano decine di animali, sulle aie erano ricoverati i carri e gli altri attrezzi agricoli e accatastato il foraggio per l’inverno. Fortunatamente tutte le persone riuscirono a mettersi in salvo, ma il fuoco divampò in maniera così violenta che a stento si recuperò quanto possibile e con fatica si riuscì ad impedire che il fuoco si propagasse anche alle abitazioni vicine. All’alba del 20 settembre del «cason» rimanevano solo i muri di sostegno. A seguito di tali eventi drammatici il curato, don Pietro Franzelli, anche in considerazione che i danni si erano limitati solo a quelli materiali, decise di coinvolgere tutta la popolazione per la costruzione di un capitello da dedicare alla Madonna come ringraziamento per lo scampato pericolo e come voto perché simili drammatiche situazioni non avessero più a ripetersi. Venne costituito un comitato composto dalla maestra Zita Pederzolli e da alcuni capi famiglia: Florindo Baroldi, Guido Cherotti, Josef Lorenzi e Mario Vaia. Per la realizzazione fu scelta un’area di prato sovrastante il paese e fu deciso di affidare l’incarico per la progettazione della struttura e la realizzazione della  statua a fra Silvio Bottes già allora noto scultore.

I lavori ebbero inizio il 17 luglio del 1960. Si lavorava soprattutto di domenica e quasi tutte le famiglie di Favrio dettero il loro contributo in manodopera. Dopo la sospensione invernale i lavori ripresero con grande lena e giunsero a conclusione il giorno 23 settembre 1961 e il 24 ci fu la solenne inaugurazione del capitello. 
Cinquant’anni dopo, la popolazione non poteva certo trascurare un anniversario così importante e quindi si è attivata per celebrare la ricorrenza, dando vita a un comitato così articolato e numeroso da coinvolgere, in pratica, tutto il paese. 

Prima di tutto, poiché il festeggiato, benché oggetto negli anni di cure assidue (penso all’impegno di Clara, Lidia e Nella Cherotti), dimostrava ormai tutta la sua età, si è deciso di intervenire con lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, realizzati in gran parte dai volontari del posto. È stata rifatta la pavimentazione del vialetto di accesso e dell’area antistante. È stato rinnovato completamente l’impianto elettrico. Si è provveduto al restauro dei lampioni e alla tinteggiatura. È stata messa in opera una nuova ringhiera. Sono stati eseguiti tutti gli interventi necessari per l’abbellimento dell’area circostante il monumento. Il risultato è stato, a detta di molti, eccellente e il nostro capitello è tornato agli splendori di un tempo. 

Le spese necessarie per tali interventi, sostenute dall’A.S.U.C. di Favrio, ammontano a 13.992,41 euro e sicuramente sarebbero state molto maggiori se non ci fosse stato il contributo dei volontari. I costi sono stati in parte coperti da generose offerte di privati e dai proventi della lotteria, nel complesso 7.800 euro.
A suggello dei festeggiamenti, si è poi deciso di organizzare, nella piazza del paese, un pranzo invitando tutti i residenti, gli originari con le loro famiglie e alcuni benefattori che in passato avevano contribuito in maniera significativa alla realizzazione del capitello.
L’iniziativa ha riscosso un notevole successo. L’11 settembre, dopo la tradizionale processione dedicata al nome di Maria, più di 160 persone si sono riunite sotto il capannone allestito allo scopo. Vi sono state inoltre attività aperte a tutti i visitatori: una ricca lotteria, la vendita di un pregevole calendario con foto storiche di Favrio, la distribuzione di dolci e manicaretti confezionati dalle massaie del paese. Il pomeriggio è stato allietato anche da un suggestivo concerto del coro Castel Campo.
Interesse e curiosità hanno destato i cartelloni con gli alberi genealogici di tutte le famiglie della frazione esposti sotto il tendone e nella piazza.
Tutto è andato nel migliore dei modi con grande soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti. 

Adesso è il momento dei ringraziamenti. Era mia intenzione ringraziare tutti, senza fare nomi, per non correre il rischio di dimenticare qualcuno, però poi ho pensato che valga la pena correrlo perché parecchi meritano un riconoscimento… ufficiale.
Siamo riconoscenti, quindi, al sindaco e ai dipendenti del Comune di Fiavé che hanno fornito, per quanto competeva loro, tutta la collaborazione. All’A.S.U.C. di Favrio nelle persone dei suoi amministratori Lucio Cherotti, Guglielmo Cherotti e Ruggero Baroldi, senza il cui contributo (anche di manovalanza!) non si sarebbe potuto realizzare quanto fatto.
Al Gruppo alpini  di Fiavé, alla S.A.T. di Fiavé, al Gruppo giovani di Larido, alla cassa rurale don Lorenzo Guetti, al coro Castel Campo per il magnifico concerto e a tutti quelli che hanno donato i ricchi premi per la lotteria. 

Vanno inoltre ricordati: gli elettricisti Andrea Cherotti, Ruggero Baroldi e Nicola Lorenzi; Francesco Cherotti, per l’occasione anche imbianchino, che ha curato, assieme a Federica Cherotti, la realizzazione del calendario; il fabbro Giordano Cantelli che ha provveduto al pregevole restauro dei lampioni; Patrick Franceschi, fotografo infaticabile e paziente ricercatore, per la realizzazione degli alberi genealogici delle famiglie di Favrio; Pia Cherotti per la sua costante e importante collaborazione nel proporre e realizzare varie attività; le ragazze ed i ragazzi del Gruppo giovani, non li elenco perché sono troppi, che hanno saputo organizzare alla perfezione la lotteria; Remo Merli che, generoso come sempre, ha messo a disposizione la sua arte culinaria; tutti i compaesani (maschi e femmine) che più in sordina hanno contribuito in svariati modi alla riuscita della festa; ultima, ma non ultima, Anna Berasi che con il consueto piglio… autoritario ha saputo tenere le fila della manifestazione.
Per concludere un augurio. Tra cinquanta anni molti di  noi non ci saranno più, ma sono certo che lo spirito identitario, il senso di appartenenza e la coesione sociale degli abitanti di questo piccolo paese rimarranno intatti e spero, quindi, che i giovani di oggi vorranno organizzare nel 2061, in occasione del centesimo compleanno del nostro capitello, una festa bella, sentita e partecipata come quella dell’11 settembre scorso.

Album foto della manifestazione

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